TESTER PROVA ALIMENTATORI A 12 VOLT CC CON CARICO VARIABILE MEDIANTE COMMUTATORI DA 4,2 A 29,4 AMPÉRE.

Questo strumento è utile per verificare se gli alimentatori stabilizzati o switching funzionino correttamente. Il suo scopo principale è quello di sostituirsi al reostato elettronico, che sicuramente è molto più costoso ma è anche più preciso. Gli alimentatori stabilizzati hanno una caratteristica fondamentale, quella che all’aumentare del carico, a secondo dei transistor o integrati usati come finali di stabilizzazione possono variare la tensione di uscita con caduta variabile fino al raggiungimento del carico massimo. Molte volte, o quasi sempre, negli alimentatori a tensione variabile questo problema si risolve aumentando la tensione a circa 13,5 volt ove sotto carico almeno dopo i 20 A tenderebbe a scendere a 12 volt o poco più di più. A volte, però, quando qualche transistor di potenza o integrato stabilizzatore può non funzionare correttamente, in fase di carico si crea una caduta di tensione quasi non percettibile al di sotto dei 10 volt per una frazione di secondo e di conseguenza al rilascio del carico la tensione salirebbe anche a 14 volt creando picchi di tensione quasi pericolosi. Proviamo ad immaginare quando un alimentatore anche switching sotto carico improvviso di 20 A. non riesce a stabilizzare la tensione! Si viene a creare un effetto a “colpo di frusta” con immediata caduta di tensione anche a 6 volt, la corrente erogata non supera neanche i 10 ampére e, dopo aver notato tutto ciò al rilascio del carico la tensione di uscita potrebbe salire anche a 15 volt o di più per due semplici motivi. Il primo a causa della rottura dello stadio di stabilizzazione dovuto a qualche transistor di potenza sicuramente rotto o difettoso; oppure nel secondo caso rottura del transistor o del transistor-integrato prepilota dello stadio finale di potenza. In molti casi, si è verificato che la tensione di uscita sul ponte raddrizzatore nel secondario di circa 25 volt o più ha raggiunto l’uscita dell’alimentatore con le conseguenze che si conoscono qualora l’apparecchio non sia dotato di una protezione da sovratensioni.

Dunque, l’idea già conosciuta di costruire un tester per provare l’affidabilità degli alimentatori mediante un circuito semplice ed economico in alternativa al reostato elettronico certamente più costoso

SCHEMA ELETTRICO

Lo schema sopra riprodotto è molto semplice, la tensione viene prelevata dall’uscita dell’alimentatore mediante due morsetti ad occhiello, dopodichè tramite interruttori di qualsiasi tipo, io ho usato quelli degli asciugacapelli a doppia commutazione da 10A, ma se ne possono usare tantissimi tipi, due ventole da 12 volt – 8 cm, i morsetti o “mammut” degli impianti elettrici e le lampade alogene da 12 volt 50 watt. Come contenitore ho pensato di usare quello che contiene l’alimentatore dei personal computer, dove si recupera la scatola metallica, già forata e con aperture utili per la circolazione dell’aria, la ventola, viti ecc. la cui dimensione è di cm. 15 x 8 x 14. (Foto 1).

Con un po’ di pazienza si crea spazio sul frontale per la sistemazione degli interruttori ed il posizionamento dei morsetti o mammut con spaziatura tra loro di

cm. 0,5 (Foto 2).

Successivamente si procede con la messa in opera del cavo e le diramazioni verso gli interruttori ed i morsetti. Particolare attenzione si deve prestare ai morsetti per gli impianti elettrici in quanto sono leggermente più larghi dell’attacco della lampadina alogena; se si forza il suo inserimento si rischia di rompere la lampadina!! ( Foto3 ).

Dalla foto si può notare come sulla destra c’è la dimensione del morsetto in originale da 2 mm° e successivamente dopo averlo tagliato al centro ed incollato si raggiungono le dimensioni di innesto precise della lampadina senza creare forzature sulla stessa.

Dalla (Foto 4) si può notare il montaggio ultimato delle sette lampade con i relativi cablaggi.

Dopo aver ultimato tutti i contatti si procede alla chiusura dello scatolino metallico ed alla serigrafia dei comandi.

Un po’ di attenzione merita il doppio sistema di circolazione dell’aria, in quanto se si accendono cinque lampade con un assorbimento di oltre 20A per più di 2 minuti, la temperatura con una sola ventola in funzione sale oltre i 50°. Mentre con la seconda ventola montata sopra si possono tenete accese anche tutte le lampade fino a 5 minuti mantenendo la soglia della temperatura di poco sopra i 40° – 45°.

Lo schema riportato qui di seguito evince come avviene il passaggio dell’aria forzata e non, per evitare surriscaldamenti dei circuiti provocati dal calore emanato dalle lampade.

Bene, dopo aver evidenziato la parte costruttiva, veniamo a noi ed effettuiamo la prova – collaudo del tester su qualche alimentatore.

La prova è stata effettuata sull’alimentatore Lafayette Mod. 3025 switching regolabile da 3 a 16 volt con potenza massima di 25 Ampére.

Accendendo una lampada per volta, quindi a passi di 4,2 A ho potuto notare quanto segue:

– Ad ogni commutazione di carico l’alimentatore presentava qualche caduta di tensione quasi impercettibile ad occhio umano, ma subito in ripristino sulla tensione ottimale dei 12,2 volt.

– Al raggiungimento dei 21 A di carico, quindi con cinque lampade accese, tutto ok. La sua ventola interna raffreddava bene e non vi era alcun problema di caduta di tensione misurata sia sul voltmetro interno che sul multimetro esterno.

– Per ciò che concerne il tester dopo circa 3 minuti di carico continuo lo scatolino era caldo ma non dava alcuna preoccupazione per la circuteria interna né tantomeno per il cavo generale da 8 mm°.

ANALISI COSTI – BENEFICI

Sicuramente rispetto al reostato elettronico questo strumentino è molto economico e senz’altro funzionale.

Per ciò che concerne il costo siamo a circa 10 euro o poco più, impiegabili per acquistare le lampade ed i morsetti in sostituzione dei portalampade in ceramica previsti molto più costosi. Per il resto dei componenti, si recupera tutto dal circuito di alimentazione di un pc desktop sicuramente non funzionante così anche per i cavi e gli interruttori che nel caso in questione sono stati recuperati dagli asciugacapelli; mentre per contro, con un semplice reostato elettronico da 10 ampére siamo nell’ordine di circa 50-60 euro solo per i componenti.

Una nota tecnica nei riguardi del reostato elettronico è che quest’ultimo ha gli incrementi di potenza certamente più corti nel limite di 0,5 ampére o poco più rispetto ai 4,2 ampére di ogni lampada.

DATI TECNICI E CONCLUSIONI

Si tratta di un carico variabile mediante utilizzo di lampade alogene da 50 watt cadauno per un totale di 29,4 ampére debitamente raffreddato ad aria forzata.

Qualora si volesse aumentare la potenza per provare potenze superiori se ne possono realizzare due.

E’ conveniente costruirlo per collaudare gli alimentatori in quanto non sempre le protezioni entro contenute funzionano correttamente. Molte volte si nota la inefficienza dell’alimentatore solo in fase di esercizio di trasmissione sottoponendo le apparecchiature a rischi di guasto molto alti con riparazioni che a volte non convengono affatto!!

Desidero ringraziare sia per i consigli tecnici che per la collaborazione Nicola Pisano IZ8ITJ, Michele Mastroianni IZ8JJI e Giovanni Masella.

Grazie per l’attenzione.

Nello Mastrobuoni

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